venerdì 5 ottobre 2012

La creatività... non ha prezzo!

Giravo sul forum di Artesanum (oddio, non è proprio quel che definirei un forum ^^" ) e guardavo come la gente si regola per dare un prezzo alle proprie creazioni. Grosso modo, il concetto è di calcolare:
1) Il costo dei materiali e altre spese vive (elettricità, strumenti, imballaggi...)
2) Il tempo che ci si mette (non solo per la lavorazione vera e propria, ma anche per la progettazione e il reperimento dei materiali)
3) La difficoltà della tecnica (un tecnico altamente specializzato va retribuito di più della bassa manovalanza)
4) L'originalità dell'oggetto proposto (ciò che è raro è prezioso)
e poi di sommare tutte queste cose, se necessario arrotondando per difetto per venire incontro al cliente.

Ma io con questo sistema mi trovo molto in difficoltà.
1) Uso quello che ho in casa, materiali di recupero, riciclati, regalati, "ereditati" dalla mamma o dalla bisnonna, quindi per me sono a costo zero; però hanno comunque un valore, anche se io non lo conosco esattamente. Riciclare abbassa il costo di produzione o aumenta il valore (etico e monetario) dell'oggetto?
2) Non sono un'artigiana di mestiere, ma una hobbista che lavora nei ritagli di tempo. Il che significa interrompersi continuamente, continuare a metter via e tirare fuori perché non ho uno spazio dedicato, essere distratti da mille cose, e questo allunga notevolmente i tempi di lavorazione. Ciò sminuisce la mia professionalità o innalza i costi?
3) La stessa tecnica mi richiede tempo ed attenzione quando sono alle prime armi, mentre quando ho preso la mano mi viene facile e veloce. Quindi dovrei farmi pagare di più da principiante perché ci metto più tempo, da esperta perché sono più qualificata e ottengo risultati migliori, o sempre allo stesso modo perché la tecnica è la stessa, indipendentemente dalle ore di lavoro?
4) Come si fa ad esprimere con un numero l'originalità di una creazione? In base a che criterio potrei dire: "Questo oggetto è piuttosto banale, ha solo 2 € di originalità, mentre quello è più innovativo e ha 15 € di originalità"? O forse dovrei pensare: "La mia creazione è originale al 10%" e quindi aggiungere al prezzo finale un 10% del valore calcolato prima?

Ma allora, come faccio a dare un prezzo alle mie creazioni?
Semplice, vedo la cosa dall'ottica del cliente.
Immagino che sia stato qualcun altro a dar vita a quell'opera, e di vedere solo l'oggetto in vendita (o la sua foto in un negozio virtuale). Conoscendo il tipo di materiale e avendo un'idea della lavorazione, sapendo a quanto si trovano in giro oggetti simili, ma ignorando spese effettive, tempo esatto di realizzazione, esperienza dell'artigiano... quanto sarei disposta a pagare? Quanto mi sembra che valga l'oggetto in sé?

Alla fin fine, credo che dare un valore commerciale alle proprie creazioni non sia difficile, sia solo soggettivo. Ci sono dei criteri di massima, è vero, ma il modo in cui vengono applicati lo decidiamo noi.

Ho visto signore dire "a quel prezzo me ne compro due o tre al mercato" ed amici spendere fior di quattrini, dicendo "li vale tutti" solo per la soddisfazione di avere qualcosa che li sfizia. Ci facciamo pagare per un oggetto a seconda di quanto noi stessi riteniamo prezioso il nostro lavoro ed il nostro tempo: ci sentiamo più soddisfatti se abbiamo tanti clienti ma di fatto ci svendiamo a niente, o se troviamo pochissimi acquirenti che però ci apprezzano tanto da spendere cifre da capogiro? Come vogliamo essere considerati dalla gente, come artisti o come arrabattatori di paccottiglia? Dove sta la giusta via di mezzo? E quanto correttamente sappiamo fare autovalutazione o autocritica?

9 commenti:

  1. Mi consola sapere che non sono l'unica che non si scervella su queste cose...

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  2. in effetti stabilire il prezzo di una propria creazione è sempre una scommessa.
    i miei lavori dipinti su legno, tagliato con il traforo a mano, scartavetrati un paio di volte, ricalca il disegno .... sono tutti passaggi che nn si pagano!
    si cerca almeno di recuperare la spesa del materiale usato e magari un "mancia".
    nn tutti sanno quanto tempo e quanta passione ci sono voluto per creare un oggetto.
    alcuni ti dicono che dal cinese lo pagano due euro, sì, ok, ma come è rifinito ??
    ma alcuni nn vanno per il sottile.
    :)

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    1. Se la gente non sa il tempo e la fatica che ci vuole dobbiamo essere noi a dirglielo. A dirgli che se dai cinesi costa così poco è perché un cinese lo fa in modo sbrigativo e approssimativo quindi ci mette meno, e poi il cinese è sfruttato e sottopagato! Per questo costa poco...

      Ti faccio un esempio: ieri la vicina mi ha chiesto di ri-infilarle una collana che aveva il filo liso. Le ho detto: "Se la vuoi infilata semplice, come è adesso, te la restituisco anche domani, se la vuoi con i nodini tra le perle ci metterò qualche giorno, perché ci vuole molta attenzione e ci si impiega del tempo..." Così quando le farò il prezzo non si scandalizzerà ;)

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  3. Hai ragione, io ho fatto solo due mercatini e al secondo ho smesso di proporre lavori a punto croce per lo stesso motivo.
    Per la definizione del costo in rete avevo trovato una stima approssimativa di 1 centesimo a crocetta, un niente per il lavoro che c'è dietro. Ma anche in questo caso, per lavori più impegnativi il prezzo sale e non tutti sono disposti a pagarlo.
    Emblematico per me il caso di una signora alla quale avevano regalato uno schema in kit, completo di tutto, tela, fili, ago... Lei, non sapendo ricamare, lo aveva lasciato in merceria in attesa che qualcuno lo facesse al suo posto. Io ero quel qualcuno, passata di lì per caso e accortami di quel ricamo meraviglioso che voleva solo vedere la luce.
    Ho sviluppato le misure, un ricamo circa 70x20 cm, erano poco più di 11.000 crocette, 110 euro. Ho pensato, meglio tenersi un po' più bassi. E così ho comunicato 90 euro. E lei, alquanto indignata, mi ha detto che quello era stato un regalo e non aveva intezione di spenderci tanti soldi. Chissà quanto avrebbe voluto pagare settimane di lavoro, e chissà se alla fine ha incorniciato solo lo schema...

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    1. Ecco, in casi come questo mi vien da dire: "Se lo voleva gratis poteva farselo da sola!"
      Oppure, ripensandoci: "Se lo voleva a poco prezzo, poteva darlo da fare a qualche cinese che lavora in condizioni miserrime per uno sputo di soldi, non metterlo in una merceria dove vanno a rifornirsi le ricamatrici esperte..."

      Ecco, QUESTE sono le cose che bisogna spiegare alla gente. Spiegare che ci metti TOT ore a fare un lavoro, che ti fai pagare un tot all'ora (e non tanto, ma quei 5-7 euro l'ora come un operaio comune, nessun prezzo folle o velleità artistica), e che se lo volessi fare tu (che non sei esperta e non lo faresti così in fretta e così bene come una che lo fa di mestiere) ci metteresti più tempo ancora. Dunque, uno lavora per te, ti fa risparmiare tempo, ti fa un lavoro più bello di come lo faresti tu, e hai anche da questionare su un prezzo legittimo?

      Ragazzi, PRIMA di accettare un lavoro su richiesta FACCIAMO IL PREVENTIVO. Oppure, quando mettiamo fuori il prezzo, facciamo il resoconto dettagliato: spese per materiali, ore di lavoro, rimborso elettricità (per chi usa la corrente elettrica per lavorare, tipo chi usa macchina da cucire e ferro da stiro) e blablabla... e totale alla fine. Non per essere pignoli, ma per trasparenza, per non dare al cliente l'impressione che chiediamo prezzi folli usciti dal nulla... e per educarlo, perché capisca ed impari che un lavoro fatto a mano è costoso per sua natura!

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  4. carissima, dopo un inizio di scambio epistolare sei sparita e nonostante ti avessi scritto non ho mai avuto risposta. Ho messo anche alcuni commenti ma poi non li ho nemmeno visti...mi dispiacerebbe che questo sia stato causato da qualcosa che posso avere fatto io e quindi chiedo scusa anche se non saprei cosa.
    Spero che vorrai rispondermi altrimenti non ti disturberò più.
    Ti auguro buona domenica un abbraccio
    Edvige

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    1. Non ti ho risposto perché non so come risponderti... e non voglio parlare a vanvera.
      Tu non mi hai fatto assolutamente nulla! Sono io che ho un carattere un po' particolare, per cui in situazioni che per altri sono normalissime io mi sento fuori luogo.
      Vedi, non sono il tipo che telefona tanto per fare un saluto. Io devo avere un motivo per farmi sentire... insomma, sono una di quelle che chiama solo quando ha bisogno. Se qualcuno (chiunque sia, tu o altri) mi scrive "Ciao, non ti sento da un sacco, fatti viva!" io non so assolutamente cosa raccontare: se non ho nulla di significativo da dire preferisco tacere che replicare con frasi di circostanza. Sinceramente, spassionatamente, non mi piace intrattenere relazioni fatte di convenevoli o poco più. Riguardo alle amicizie sono dell'idea "pochi ma buoni": ed i miei amici veri li sento di rado, ma anche loro sanno di poter contare su di me quando hanno bisogno, anche se si dovessero far vivi solo in quelle occasioni. Non dimentico le persone che per me hanno importanza, al di là di quanto io possa scrivere o telefonare (o evitare di farlo). Se invece la gente, per ritenermi degna di amicizia, ha bisogno che io mantenga contatti continui e frequenti, be', allora evidentemente non sono degna di amicizia ^^"

      Detto questo, fai come ti senti: scrivimi se ti va e quando ti va (per me non è mai un disturbo leggerti), e se non ti va non farlo più...

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    2. Sono perfettamente d'accodo con te su tutto. La vera amicizia non conta la freguentazione ma sapere su chi si può contare. Detto questo chedo scusa ma io non potevo immaginare che fosse questa la motivazione che come detto mi trovi concorde, ma appunto conoscendoci in un caso sporadico ed improvvisamente non sentire più nulla si può pensare di avere fatto, forse una cosa scorretta. Detto questo quando avrai qualcosa da dire a me, io sarò sempre pronta ad ascoltare e replicare come pure se avrò qualcosada dire visto che non è un disturbo, ti scriverò e non ha nessuna importanza il ricevere una risposta. Che poi questa non sia data perchè non ci sono risposte o perchè il messaggio si è perso nell'etere sarà come giocare alla roulette...la va bene o la va male ai posteri l'ardua sentenza.
      Comunque ti ringrazio per tutta la spiegazion data anche se penso sia al di fuori del necessario e la mia richiesta non voleva essere un...voglio essere amica o altro...ma il semplice interesse di una persona forse anche preoccupata di non sentire quella che in un modo sbagliato, forse, visto i precedenti credeva amica. L'amica può anche preoccuparsi e visto che la nostra conoscenza era solo partita dall'etere, in questo si è persa.
      Un abbraccio e auguri per tutto sempre amica.
      Edvige

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    3. Ho dato una spiegazione lunga ed articolata (oltre che molto generica) solo per farti capire il mio imbarazzo nell'usare una semplice risposta di cortesia. Quello degli amici veri era solo un esempio, non mi riferivo al mio rapporto con te in particolare.
      Volevo solo dire che in tanti casi, nella vita, non rispondo... ma non perché non riceva i messaggi o abbia qualcosa contro chi mi scrive, anzi!
      Non capivo perché tu ti preoccupassi tanto "oddio ma perché non mi risponde": per me è normale che uno non risponda... e ho fatto un esempio ^^"

      Sono contenta che ora ci siamo chiarite :)

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