domenica 20 febbraio 2011

Anellavventura

Cioè la mia avventura nel mondo degli anellli ;D
Vi ricordate gli anelli gemelli che ho fatto come regalo di Natale per il mio fidanzato?

Versione 1 (quella che avete già visto):
 _ È troppo sottile e mi sega la pelle, non ne puoi fare uno a più giri così resta più largo?

Versione 2 (la vedete qui, insieme al mio versione 1, in una foto orripilante scattata col cellulare sotto la luce elettrica):

In pratica si tratta di una molla di filo d'ottone, diametro 0,8 mm, le cui estremità sono state "rigirate indietro" facendo un ricciolino decorativo.
 _ Mi si è stortato, me lo puoi mettere a posto? E poi, portandolo mi è diventato tutto bianchiccio e mi ha fatto il verderame tra le spire...

Versione di prova (purtroppo non ne ho una foto):
Fatto subito dopo la versione 2, aveva due piccole spirali al posto dei ricciolini semplici; per fissare meglio l'anello, ho incrociato i due fili alla base delle spirali. Si trattava solo di un campione e non era fatto bene né su misura.

Versione 3:
Progettata ma non realizzata per mancanza di materiale adatto.

Nel frattempo, ho raddrizzato e lucidato la versione 2 e ho cominciato a portare la versione di prova, per vedere se un'ossidazione così forte capita a tutti o se è lui ad avere un sudore acido che dà la patina al metallo. (No, non parlo di sudore corrosivo: c'è chi ha la pelle sensibile, chi ha la pelle grassa, e chi ha la pelle con un Ph un po' più basso degli altri, tutto qui). Essendo troppo largo per me, ho finito per perderlo presto. Poco male, tanto in ogni caso era destinato al cestino (o al riciclo).

Versione 4 (le foto sono fatte di fretta ma il succo è evidente):

Stavolta ho fatto la solita molla di ottone da 0,8 mm, ma alla fine ho preso le estremità e ho fatto un paio di giri intorno alla fascia, passando con l'estremità del filo dentro e fuori dall'anello. Poi ho fatto i soliti ricciolini di rifinitura, per gusto personale e perché sono il leit-motiv della faccenda. Poiché non ho ancora una grande abilità manuale, sul lato interno le spire sono rimaste un po' divaricate; preferisco però avere un anello che "fa gioco" piuttosto che aggiungere ulteriori fissaggi.

Venerdì tornerò dal mio "lui", con nella borsa la bobina di filo metallico e le pinze. Se non gli va bene nemmeno così, gli proporrò un modello che ho trovato gratuitamente in Internet... Speriamo di avere successo almeno con quello... Però sarà talmente diverso dal mio che mi toccherà farne un altro anche per me!

giovedì 10 febbraio 2011

In tanti cucimpariamo!

XDDD
Sembra un virus contagioso!
Sui blog che seguo vedo spuntare il suo bannerino un po' ovunque... E Linda è un po' intimorita dal dover badare a più di 70 persone (sempre che non si aggiunga ancora qualcuno)! Io invece penso che sia meraviglioso trovare così tanta gente che ha voglia di divertirsi imparando (o di divertirsi con una cosa in più, se è "già imparata")!

Intanto, su Con il cuore e le mani si trovano già le indicazioni generali per chi vuole partecipare a questo "corso sperimentale" ;)
Il progetto scelto è il Memory stoffoso.
Quel gioco in cui si girano e si accoppiano le tessere, già, ma le tessere stavolta sono di stoffa! Lavabili, resistenti all'acqua (e alla bocca dei bimbi più piccoli), durevoli, e soprattutto ampiamente personalizzabili!

Non ho bambini e non intendo regalare ad una mamma il mio primo progetto (perché sarà di certo tutto storto e malfatto, visto che è il mio primo esperimento, e io mi vergogno ^///^ ), e poichè non voglio fare qualcosa che finirà in un cassetto in attesa di qualcuno che un giorno forse lo utilizzerà, allora dovrò trovare un uso alternativo di quelle tessere soffici e colorate... Si accettano suggerimenti! :D

martedì 8 febbraio 2011

Anch'io cucimparo!

Linda, sul suo blog Con il cuore e le mani, propone una "scuola di cucito semiseria (più semi che seria!)" e voglio andarci anch'io!

C'è posto sia per gli allievi più imbranati che per gli insegnanti più esperti, purché abbiano voglia di fare questo esperimento in modo giocoso... ma non per questo meno efficace!

Ma cosa sto qui a contarvela su per fare? (Ok, in italiano: a che scopo perdere tempo in chiacchiere?) Andate a vedere voi stessi di cosa si tratta... ecco il link al post introduttivo!

giovedì 3 febbraio 2011

Fare il vuoto, fare il pieno: la regola del frigorifero

Ho seguito sul blog di Polepole l'avventura delle sue pulizie zen.
Ma anche Giovanna è presa dalla furia pulitrice.
Prima di loro, pure io tempo fa mi sono dedicata al "repulisti", anche se non non alla pulizia della casa dalla polvere: io ho chiuso per un po' tutte le attività che mi sembravano "mangiarisorse", cioè quelle che mi occupavano troppo tempo, mi sembravano troppo stressanti o non mi davano soddisfazione sufficiente.

Non voglio stare a farla lunga. Già tanti parlano di "decluttering"... che in italiano significa all'incirca "mettere in ordine" o "sgombrare" (nel senso di buttare via le cose che non servono e sono lì solo a intoppare).

Svuotare è liberatorio. Ha tante virtù terapeutiche. Svuotare non solo la casa dalla polvere o dagli oggetti superflui, ma anche la nostra vita da impegni che fatichiamo a mantenere o pseudo-amici che non fanno altro che stressarci. Dopo ci si sente meglio, puliti e messi a nuovo... un po' come quando si esce dalla doccia!

Ma questo "fare il vuoto" non è fine a se stesso.
"Fare il vuoto" serve a "fare il pieno", dopo.
 
Una casa minimalista, diciamocelo, alla fine è anche un po' spoglia, triste e solitaria.
Non avere alcun impegno potrebbe significare passare tutto il tempo libero da soli ad annoiarci.

"Fare il pieno" significa caricarsi di carburante, di energie da spendere; significa procurarsi i materiali e gli strumenti per operare, andare a far la spesa per procurarci il necessario e, se possibile, anche per toglierci uno sfizio ogni tanto, così siamo più contenti :)

Pensate al frigo di casa. Se è troppo pieno, è probabile che non riusciremo a consumare tutto prima che vada a male; quindi ci troveremo sempre con qualcosa di marcio in frigo. Il che non è salutare.
Allora buttiamo il marcio e mangiamo il buono; fatto questo il frigo resterà vuoto. Il che non è salutare, che di fame si muore.
Quindi ci vuole un continuo equilibrio tra svuotare e riempire.

Quando questo equilibrio si rompe, reagiamo in modo deciso spingendo dalla parte opposta; si spera che invece di sbatacchiarsi sempre tra un estremo e l'altro poi alla fine si impari ad assestarsi intorno ad una via di mezzo, oscillando solo un pochino...