giovedì 3 febbraio 2011

Fare il vuoto, fare il pieno: la regola del frigorifero

Ho seguito sul blog di Polepole l'avventura delle sue pulizie zen.
Ma anche Giovanna è presa dalla furia pulitrice.
Prima di loro, pure io tempo fa mi sono dedicata al "repulisti", anche se non non alla pulizia della casa dalla polvere: io ho chiuso per un po' tutte le attività che mi sembravano "mangiarisorse", cioè quelle che mi occupavano troppo tempo, mi sembravano troppo stressanti o non mi davano soddisfazione sufficiente.

Non voglio stare a farla lunga. Già tanti parlano di "decluttering"... che in italiano significa all'incirca "mettere in ordine" o "sgombrare" (nel senso di buttare via le cose che non servono e sono lì solo a intoppare).

Svuotare è liberatorio. Ha tante virtù terapeutiche. Svuotare non solo la casa dalla polvere o dagli oggetti superflui, ma anche la nostra vita da impegni che fatichiamo a mantenere o pseudo-amici che non fanno altro che stressarci. Dopo ci si sente meglio, puliti e messi a nuovo... un po' come quando si esce dalla doccia!

Ma questo "fare il vuoto" non è fine a se stesso.
"Fare il vuoto" serve a "fare il pieno", dopo.
 
Una casa minimalista, diciamocelo, alla fine è anche un po' spoglia, triste e solitaria.
Non avere alcun impegno potrebbe significare passare tutto il tempo libero da soli ad annoiarci.

"Fare il pieno" significa caricarsi di carburante, di energie da spendere; significa procurarsi i materiali e gli strumenti per operare, andare a far la spesa per procurarci il necessario e, se possibile, anche per toglierci uno sfizio ogni tanto, così siamo più contenti :)

Pensate al frigo di casa. Se è troppo pieno, è probabile che non riusciremo a consumare tutto prima che vada a male; quindi ci troveremo sempre con qualcosa di marcio in frigo. Il che non è salutare.
Allora buttiamo il marcio e mangiamo il buono; fatto questo il frigo resterà vuoto. Il che non è salutare, che di fame si muore.
Quindi ci vuole un continuo equilibrio tra svuotare e riempire.

Quando questo equilibrio si rompe, reagiamo in modo deciso spingendo dalla parte opposta; si spera che invece di sbatacchiarsi sempre tra un estremo e l'altro poi alla fine si impari ad assestarsi intorno ad una via di mezzo, oscillando solo un pochino...

3 commenti:

  1. Capperi, queste ultime righe mi stanno facendo riflettere un bel po'!
    Grazie :-)

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  2. Proprio vero,
    grazie per gli spunti per questa riflessione, come ogni cosa l'equilibrio è nel mezzo,
    ciao,

    Amalia

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  3. E infatti!
    Anche nel mio caso quel "fare il vuoto" serviva come preparazione alla seconda fase: "fare il pieno". Di nuove idee, di progetti, di spunti, di energia, di entusiasmo... insomma, riempire nuovamente la propria vita, dopo aver colto i frutti ed eliminato le sterpaglie.

    Dopo tutto anche nei campi, prima della nuova semina, si bruciano le stoppie, no? ;)

    Grazie per la tua citazione, Daniela, e a presto!
    polepole

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