martedì 19 maggio 2009

Le mie idee un po' confuse (parte 1)

C'è una cosa a cui non so dare un nome.
Una cosa che potrebbe essere chiamata "manualità creativa", "hobby", "fai da te", "arti femminili", "applicazioni tecniche", "creatività", "arte", "artigianato", "lavoretti", "crafts" in inglese, o con altri nomi a seconda dell'occasione.

Una cosa che ha due aspetti fondamentali: uno è la più alta espressione del pensiero umano e un altro è la lotta per la sopravvivenza. Ci si può arrivare dall'alto o dal basso, ma si arriva sempre allo stesso risultato: usare le mani ed il cervello per "fare", per "produrre", per "creare".

"Dall'alto" significa che si parte dal punto di vista dell'artista, del creativo, di quello che si inventa una cosa perché in essa esprime la sua anima. Lo fa perché gli piace, e basta. Non si preoccupa dell'uso o dello scopo, semplicemente pensa che sia bello che dalle proprie mani esca una cosa come quella.

"Dal basso" significa che ho bisogno di qualcosa e che non ho soldi per comprarlo, per cui mi devo arrangiare con qualcosa fatto in casa riciclando gli scarti. Costo zero e spesso anche poco tempo. Se c'è il tempo, posso anche cercare di farlo carino, se no anche se è brutto basta che funzioni.

Riciclare, spesso, risponde ad entrambe le esigenze: sia di chi vuole esprimere amore per il proprio pianeta e/o si diverte a trovare mille idee per usare le cose più inaspettate, sia di chi non può fare altro per necessità.

Creare con le mani è di fondamentale importanza sia per l'artista che infonde se stesso in ciò che fa che per chi non ha nessun altro strumento da usare.
Il prodotto fatto a mano può quindi avere un alto valore artistico ed essere venduto a peso d'oro, oppure a prezzo stracciato perché ci si è speso solo un po' di divertimento nel tempo libero. Lo stesso maglioncino fatto ai ferri, intendo, se lo fa lo stilista X e lo vende in una boutique del centro o se lo fa tua nonna tenendo il gatto sulle ginocchia...

Eppure è sempre un maglione fatto a mano. Come si chiama questa cosa?
Sembra che la gente stia riscoprendo la passione per l'handmade. Per il farlo o per il comprarlo, anche i più snob amano le cose uniche e personalizzate, fatte su misura e non dozzinali. E poi noi stessi, soprattutto le donne a quanto pare, siamo in cerca di un hobby rilassante e creativo, qualcosa che ci tiri fuori per un attimo dal turbine del lavoro e delle faccende e dei figli per darci qualche piccola soddisfazione personale.

Ci sono persone che creano per il piacere di creare, poi si trovano con la casa piena di cose che non sanno più dove mettere, non sanno che farsene, a chi rifilarle. E magari ci hanno pure speso una cifra in materiali ed attrezzatura, e gli rode vedere tutto quello spreco. Allora cercano di venderle, ma non vogliono sminuirne il valore facendo un prezzo troppo basso: calcolano il prezzo del materiale, più un certo tot perché il lavoro fatto va giustamente retribuito, e cercano di trasformare in professione artigianale o artistica ciò che un tempo era una passione a fondo perso.

Ci sono altri che imparano diverse tecniche spinte dalla necessità di risparmiare o dal desiderio di non buttare ciò che può ancora servire, dalla voglia di personalizzare o di rendere più carino qualcosa di anonimo, oppure non vogliono separarsi da un oggetto cui sono affezionate e che ormai è malridotto, per cui cercano un sistema per rattopparlo o destinarlo a nuovo uso. Anche loro a volte creano per il puro piacere di farlo, ma avendo più occhio alla praticità evitano di strafare...

Più avanti vi parlerò del mio personale rapporto con "la cosa del creare", mentre fin qui vi ho detto un po' di quel che ho visto succedere in giro.
Oh, ne avrei da chiacchierare!!!

3 commenti:

  1. Che ne avresti da chiacchierare non ho dubbi! eh eh eh
    tu hai tutte le parole che a me mancano.. se guardi i miei post sono il succo del succo... i tuoi invece spaziano e sono piacevoli.. dovrei prendere esempio da te e tirare fuori qualche parola in più, esprimere anche qualcosa di me...

    comunque tornando al discorso che facevi io mi ritrovo in più tipi: creare perchè mi piace farlo, creare perchè mi serve qualcosa e voglio farla da me magari riciclando... ma di questo passo finirò anche per essere quella che crea e viene sommersa dalle cose che fa (anche adesso comincio ad avere troppe cose in giro e poco spazio dove metterle!).. aspetto di leggere la seconda parte!

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  2. Eh lo so, finiamo tutte così... quando c'è la passione... io ho illustrato i due estremi, diciamo ^^"
    Come io parlo troppo e tu sei lapidaria ;D
    Poi la gente normale per fortuna è una via di mezzo, fiiiuuu!

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  3. io mi trovo in mezzo, sono spinta sicuramente dalla passione, ma al tempo stesso mi piace riciclare, anche semplici avanzi di cartoncini, piccini piccini come nell'ultima creazione, un segnalibro creato col mio bambino, un simpatico draghetto... un abbraccio, Amalia

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